Tra stampini, presse e timbri, i carabinieri gli avevano trovato, nella

Tra stampini, presse e timbri, i carabinieri gli avevano trovato, nella cucina di casa, una sorta di stamperia di soldi falsi. Per questo, ad ottobre, Fabio Da Prat, 45 anni, di Dolo, era stato arrestato, con la compagna Serena Spadoni, 43enne, e l'amico Roberto Boscardini, 42, originario di Camposampiero, ma residente a Bologna. Accusati di falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato di monete false, i tre compariranno giovedì davanti al giudice per le indagini preliminari di Venezia, Barbara Lanceri. Hanno già chiesto di patteggiare. I loro difensori - gli avvocati Andrea Franco e Marta Marinetti, Riccardo Fattori e Sara Franchini - si sono accordati con il sostituto procuratore Daniela Moroni per l'applicazione di 3 anni di reclusione a testa per Da Prat e Boscardini, di un anno per Spadoni. La donna, a cui viene assegnato un ruolo minore, era stata da subito scarcerata, mentre i due uomini sono agli arresti domiciliari.

L'INCHIESTA

Il procedimento veneziano nasce da un'inchiesta più ampia condotta da Procura di Siracusa su un giro di soldi falsi immessi nel mercato. Così furono intercettati dei colloqui sospetti tra Da Prat e Boscardini. Le conferme arrivarono dalle perquisizioni di ottobre. In particolare, nella casa di Dolo di Da Prat, vennero trovati oltre 8.480 euro in banconote false in tagli da 20 euro e il materiale per la falsificazione delle banconote. Sequestrati una pressa, uno stampino in legno a sfondo liscio, due stampi in materiale gel-gomma trasparente con l'effige della Madonnina delle banconote da 20 euro, dei cartoncini e un timbrino con la stessa figura, una boccettina di inchiostro, due rotolini biadesivi e dei cliché tipografici in materiale plastificato per la produzione di banconote. Il tutto per un controvalore di circa 35mila euro. Lo stesso giorno, anche nell'appartamento di Boscardini a Bologna, venne trovato altro materiale per la fabbricazione di denaro falso.

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