LA SENTENZA
PADOVA Quattro anni di reclusione oltre all'interdizione dai pubblici uffici per la durata di cinque anni. É la condanna pronunciata dal tribunale collegiale nei confronti dell'imprenditore padovano Andrea Ottogalli, 53enne erede della nota dinastia di industriali, accusato di bancarotta per distrazione nell'ambito delle procedure fallimentari di due società nelle quali ricopriva la carica di amministratore unico o di amministratore di fatto. I giudici hanno sostanzialmente accolto le richieste della pubblica accusa che aveva sollecitato una pena di quattro anni e tre mesi di reclusione. Inutilmente i difensori di Ottogalli, gli avvocati Antonio Bertoli e Matteo Conz, si sono battuti nel tentativo di ottenere un verdetto di assoluzione.
La prima disavventura imprenditoriale di Ottogalli è quella relativa alla Depurex 88 Srl, società specializzata nella costruzione di apparecchi per la depurazione ed il filtraggio di liquidi e gas, dichiarata fallita dal Tribunale il 1 dicembre 2011. L'imprenditore avrebbe complicato il lavoro del curatore rendendo praticamente impossibile la ricostruzione del patrimonio e del giro d'affari della società per la mancanza di alcune schede contabili riguardanti clienti e fornitori, tra cui altre aziende di famiglia. Secondo l'accusa avrebbe inoltre fatto sparire un generatore di soccorso, un televisore 46 pollici e un notebook.
Il secondo crac è quello della M.I.T. Srl, società di fabbricazione di macchinari per l'industria delle pelli, del cuoio e delle calzature, fallita il 20 settembre 2012. Anche in quest'occasione Ottogalli avrebbe fatto sparire le scritture contabili distraendo beni societari, destinati al ristoro dei creditori, per complessivi 55.500 euro.
0 comments:
Post a Comment