Troppe ombre sull' appalto lavanderia dell' Asl5

Arriva in Procura la querelle per l' affidamento del servizio di lavanderia dell' azienda sanitaria To 5 (Chieri, Moncalieri, Nichelino e Carmagnola), un appalto che supera i 5 milioni di euro in tre anni. A presentare l' esposto è il consigliere di An Gianluca Vignale. Appalto molto sospetto, motiva chiedendo alla magistratura di verificare la correttezza dei comportamenti dell' azienda. «La vera anomalia di questa assegnazione, come appare chiaramente dalla risposta data al direttore generale Caruso dall' autorità di vigilanza, è che la società avrebbe dovuto essere esclusa dall' assegnazione, in quanto, come evidenziato dall' agenzia, non ha i requisiti previsti da legge per poter partecipare ad una gara». Una mancanza evidente, sostiene Vignale «perché altre aziende, ad esempio l' Aso Mauriziano, senza neppure richiedere un parere tecnico, hanno escluso la società». è sufficiente vedere le modalità differenti avvenute all' interno delle Asl piemontesi a Pinerolo e a Chieri, conclude il consigliere di An. Protagonista del contenzioso è la Hospital service, una srl che si è costituita nel 2002 di cui è proprietario Antonio Colasante, a fine aprile di quest' anno indagato per truffa e frode ai danni dell' Asl di Chieti. L' azienda di Pinerolo, dove fino al 28 febbraio 2007 è commissario Giovanni Caruso, indice un bando per il servizio di lavanderia. La commissione assegna ad Hospital service, ma il Tar, dopo il ricorso presentato dalle società concorrenti, decide la sospensiva. Nel frattempo, con il giro di incarichi causato dal nuovo piano di accorpamento, a Pinerolo approda Giorgio Rabino. Vista la sospensiva del Tar, il nuovo manager non procede con l' affidamento e in attesa di sentenza definitiva assegna temporaneamente alla società che fino ad allora gestiva il servizio, la Cipelli. In dubbio se ammettere o non ammettere alla gara la società, a Chieri Caruso chiede invece un parere all' autorità di vigilanza. Un parere in quattro punti datato febbraio 2008 in cui si ricorda che «che vige l' obbligo in capo alla società di dichiarare la sussistenza di decreti penali di condanna e che il decreto penale di condanna emesso ai sensi dell' articolo 650 del codice penale non può considerarsi estinto. Infine, che la valutazione circa l' affidabilità morale e professionale delle imprese partecipanti spetta all' amministrazione appaltante». L' azienda non esclude e ad aprile di quest' anno la commissione assegna ad Hospital service. Gli altri ricorrono e il Tar sospende. Caruso indice una gara a licitazione privata, vinta nuovamente dalla stessa azienda. Nessuna anomalia, è la replica del direttore generale: «Ci siamo trovati di fronte ad una situazione di sospensione e in primo luogo ci siamo posti il problema di dover fornire continuità ad un servizio fondamentale per i pazienti come quello della lavanderia. Abbiamo scelto la strada di una gara interna con le ditte che avevano già partecipato. L' assegnazione naturalmente è valida solo fino a quando arriverà la sentenza definitiva del Tar». Il parere all' autorità di vigilanza, aggiunge Caruso, era stato chiesto proprio «per avere maggiori elementi di valutazione e gli uffici legali hanno ritenuto che il tipo di risposta non ci permetteva di escludere la Hospital service». Il fatto che altri direttori si siano orientati su altre decisioni «non è affatto significativo. Le situazioni sono diverse».
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