Liam Gallagher: "Resto fedele a me stesso, senza strategie. Oasis sciolti per l'ego di Noel"

Incontro con il musicista, che debutta da solista e gioved� sera si � esibito dalla Terrazza di piazza Duomo. "Una reunion? Zero possibilit�"

di Andrea Morandi

Si pu� amare oppure odiare, perch� � evidente che il personaggio non conosce mezze misure, ma una cosa � certa: Liam Gallagher � rimasto uno degli ultimi veri punk in circolazione, un uomo che non solo � stato capace di sabotare la macchina di sterline su cui era seduto (gli Oasis), ma a quarantacinque anni continua ancora a dire solo quello che pensa, senza filtri o edulcorazioni. Insomma, una rarit� assoluta in tempi di frasi di circostanza e politically correct. 

"Ho sempre amato gli Oasis, ma per colpa delle manie di grandezza di qualcun'altro ho dovuto rinunciarci", ghigna Gallagher, seduto al ristorante del Principe di Savoia, a Milano, facendo riferimento al fratello Noel. 

"Lui voleva una carriera solista, il suo ego chiedeva sempre di pi� e adesso � accontentato. L'aspetto incredibile di tutta la faccenda? Che � riuscito a far ricadere la colpa su di me. E non mi interessa cosa pensano sui social o cosa si dice. Io conosco la verit�". 

Otto anni dopo il litigio che fece saltare in aria gli Oasis, il 6 ottobre Liam ritorna con As You Were, primo disco solista nonch� il nuovo capitolo dopo l'affossamento dei Beady Eye, la sua seconda band dopo gli Oasis. Questa volta per� Gallagher - per la prima volta senza un gruppo alle spalle, dopo venticinque anni - ha fatto tutto da solo, affidandosi a due produttori, Dan Grech-Marguerat e Greg Kurstin (l'uomo dietro a 25 di Adele), e scrivendo dodici canzoni che ha poi sigillato con una sua foto in bianco e nero scattata da Hedi Slimane. 

"In realt� il gruppo ce l'ho ancora, perch� suono con dei musicisti sul palco, quindi non cambia nulla. C'� solo il mio nome sulla copertina del disco, invece che quello di una band, ma la mia voce � quella, il genere � quello. Non ho voluto inventare o sperimentare nulla, il suono � quello dei miei dischi preferiti, dei Beatles, dei Kinks, degli Stones, degli Who".

Classe 1972, quattro figli da quattro donne diverse (Molly, Lennon, Gene e la piccola Gemma, che gli � costata il matrimonio con Nicole Appleton) la parabola di William John Paul Gallagher � praticamente un romanzo: nato a Burnage, periferia di Manchester, ultimogenito di una famiglia distrutta da un padre alcolizzato, prima di diventare una rockstar, � stato un adolescente a suo agio pi� con risse e furti che con i palchi. 

"Sono stato salvato dalla musica, la verit� � questa, non so che fine avrei fatto altrimenti. Non dico sarei finito come Kurt Cobain, per� le cose sarebbero state molto diverse". Poi, chiuso dentro il suo classico parka color militare, inizia a mimare la reazione che ha avuto all'ascolto dei dischi da solista di Noel: "Ho sentito per caso un pezzo in radio, e mi sono addormentato, sono finito in coma profondo, ho dovuto prendere un caff� all'istante".

Ma vostra madre cosa dice di questo litigio infinito?

"I primi anni ha cercato in tutti i modi di farci riappacificare, di trovare un punto in comune, ma non ci � riuscita. La verit� � che io non piaccio a Noel, Noel non piace a me e non credo le cose siano destinate a migliorare. Una reunion degli Oasis? Al momento zero possibilit�, a meno che...".

A meno che?

"Il mio disco finisca primo in classifica e lui non riesca pi� a vendere una copia. A quel punto probabilmente potrebbe esserci una speranza. Sicuramente non accadr� per soldi: nessuno di noi due ne ha bisogno. Comunque nel frattempo mia madre ha iniziato a bere whisky".

Quanti anni ha?

"Settantatr�, adesso sta su in Irlanda. Ha la stessa et� di Keith Richards? S�, � vero, ma Richards al confronto � una mammoletta: mia madre � una donna incredibilmente forte, ha cresciuto tre figli a Manchester da sola, ne ha superate di tutti i colori. E poi � molto pi� cool di Richards".

Perch� questo titolo: As You Were?

"Diciamo che � una dichiarazione di intenti, significa che sono di nuovo qui, sono tornato. So che qualcuno mi aspetta, qualcun'altro no, pazienza. E poi mi ricordava You Are Here, il motto di John Lennon, il mio riferimento � sempre quello in fondo, la musica degli anni Sessanta. Sicuramente non far� mai un disco ispirato ai Duran Duran o agli anni Ottanta".

Quanto � cambiato il suo modo di cantare in questi vent'anni?

"In realt� sono sempre io, la mia voce � la stessa, a volte mi viene facile farlo, a volte no, ma per me cantare significa essere vivo, mi tira fuori tante cose dal petto, da dentro. � una forma di liberazione".

Se ripensa agli anni degli Oasis ha rimpianti?

"Rimpianti? No, nessuno. Dal punto di vista personale s�, troppa cocaina, troppo alcol, ma dal punto di vista musicale? No, nulla da rimproverarmi. E oggi il mio obbiettivo � rimanere fedele a me stesso, sono sempre la stessa persona che ha iniziato negli anni Novanta con gli Oasis, nessuna strategia di marketing, nessun giochetto per rimanere in cima o finire primo in classifica. Non sono cos� disperato, fortunatamente".

Lo scorso giugno ha cantato a Manchester dopo l'attentato al concerto di Ariana Grande. Che effetto le ha fatto?

"� stato emozionante, intenso e anche triste. Mi hanno chiamato e sono andato subito, � stato un modo per rendere la gente felice, anche solo per un attimo, anche solo con una canzone. Non � un momento facile, ma non credo a chi dice di continuare tutto, andare avanti. Non � facile quando dei ragazzi vanno a un concerto e vengono fatti saltare in aria".

Cosa pensa della Brexit?

"Non lo so, sono onesto, non ho un'opinione a riguardo. Se penso all'Inghilterra per�, non la sento come una cosa mia o della mia famiglia: viviamo tutti sotto lo stesso cielo".

Source: La Repubblica

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