Lui, il ragazzino, stava attraversando un
periodo difficile della sua vita e ha fatto una sciocchezza: pubblicare su
bakeka.it un annuncio a sfondo sessuale. L’altro, l’adulto, ne ha approfittato
e, secondo l’accusa, avrebbe consumato un rapporto sessuale a pagamento in
macchina, dopo un incontro serale alla stazione di Mestre. Diego Pavon,
titolare dell’osteria «Ai 40 ladroni» di Venezia, ha negato fino all’ultimo, ma
il gup Gilberto Stigliano Messuti non gli ha creduto e l’ha condannato a un
anno e 4 mesi per prostituzione minorile: in cambio del rapporto avrebbe
infatti pagato 50 euro.
La vicenda
risale a un paio di anni fa. Il padre del ragazzino aveva scoperto tutto già la
sera stessa, vedendo i messaggi sul cellulare del figlio. Tra l’altro, e questo
è uno degli aspetti più sconcertanti della storia, il giovane avrebbe ricevuto
decine e decine di telefonate e messaggi – tra cui quello di Pavon – nell’arco
di poche ore dalla pubblicazione dell’annuncio, in cui aveva omesso di essere
minorenne. In uno dei primi messaggi inviati al ristoratore, però, aveva subito
rivelato di avere 15 anni, da cui il riconoscimento dell’elemento soggettivo,
quello per esempio che era stato negato per Silvio Berlusconi nel caso-Ruby. A
quel punto il padre avrebbe scritto un messaggio a Pavon dandogli il proprio
numero e concordando un altro appuntamento. Prima di vederlo e rischiare che la
situazione degenerasse, è però andato dalla polizia, dando il via all’inchiesta
del pm Alessia Tavarnesi. I genitori e il ragazzo si erano costituiti parte
civile con gli avvocati Damiano Danesin e Debora Magli e hanno ottenuto un
risarcimento di 18.800 euro, oltre alle spese legali.
Di sicuro
la difesa di Pavon farà appello, forte di due elementi valorizzati
nell’arringa: da un lato il fatto che il cellulare da cui erano partiti i
messaggi non era intestato a Pavon, ma all’azienda, e che quindi avrebbero
potuto essere scritti da altri; dall’altro che il ragazzo non l’aveva
riconosciuto. Ma secondo l’accusa poteva essere una rimozione per paura o
vergogna.
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